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Auto si ribalta e muore bimba: Borrelli (Avs), cultura malata – Attualità


(ANSA) – NAPOLI, 25 AGO – “Non siamo di fronte a un angelo volato in cielo ma siamo al cospetto, purtroppo, di una delle tante vittime di una ‘cultura’ malata che se ne frega della sicurezza stradale e ogni giorno spetta a noi contare e piangere i morti”. Lo afferma, a proposito della bambina di otto anni morta nell’incidente di una Smart nel Napoletano, il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, il quale ricorda che il conducente era senza patente, l’auto non assicurata e a bordo c’erano quattro persone invece delle due consentite, di cui una nel portabagagli e la piccola vittima davanti, in braccio alla mamma. A riprova di quella che definisce “cultura malata”, Borrelli pubblica il video, che gli è stato segnalato da alcuni cittadini, di un uomo che guida la moto con un bambino disteso sul serbatoio, senza casco e senza alcuna protezione, tra le strade di Monteruscello, una frazione di Pozzuoli. “Sono tantissimi gli adulti, molti dei quali genitori – afferma Borrelli – che adottano comportamenti folli sulla strada, fanno guidare minorenni, anche in età bambinesca, sia auto che motociclette di grossa cilindrata, li espongono a pericoli immensi, li trasportano sugli scooter come pacchi, senza protezioni pronti a cadere alla prima buca affrontata male. Questi sono gli stessi adulti che poi fanno volare palloncini bianchi e piangono lacrime di coccodrillo per le morti innocenti. Tutte morti che si sarebbero potute evitare”. “In questi anni – prosegue il deputato – abbiamo denunciato tantissimi genitori che si sono resi protagonisti di comportamenti simili, persone che senza vergogna riprendevano con il cellulare queste gesta per postarle sui social, quasi come un trofeo, un vero e proprio inno alla stupidità e all’ignoranza. E come abbiamo visto non basta ritirare le patenti, bisogna intervenire con leggi più severe perché un criminale si metterà alla guida anche se la patente gli è stata ritirata, cosa vuoi che gliene importa di queste regole”. (ANSA).



Originale su L’Adige

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