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BRENTONICO. Pensavate che i chiodi a tre punti li utilizzassero solamente i malviventi durante la fuga lanciandoseli alle spalle per sbarazzarsi delle forze dell’ordine lanciate in uno spericolato inseguimento? Credevate di aver visto questi piccoli ma micidiali oggetti che ti forano gli pneumatici in men che non si dica soltanto in un film di azione? Niente di più sbagliato: basta percorrere un sentiero di montagna, piuttosto frequentato soprattutto da residenti, per trovarvi, come è capitato, con la suola della scarpa bucata e il piede ferito da una delle tre punte del chiodo.Questo è quanto accaduto nella giornata di domenica 17 agosto a due persone che percorrevano un sentiero a monte della località di Festa, sotto le cenge dell’Altissimo. Per fortuna le conseguenze si sono limitate ad una ferita superficiale ma l’episodio ha destato allarme e preoccupazione sull’Altopiano. Tanto che anche il sindaco Mauro Tonolli, appena saputo della notizia, ha informato immediatamente l’assessore delegato alla sicurezza Ivano Tonolli che ha segnalato il fatto alla Forestale per una verifica ed un sopralluogo. Accertamenti che potrebbero sfociare in una denuncia (al momento contro ignoti) per danni alla persona e ai mezzi.A far scattare l’allarme con l’invito a prestare molta attenzione a dove si cammina è stata una residente con un suo post su Facebook. «Segnalo che sul sentiero che da località Fusei conduce a Cortel, a circa metà strada qualche imbecille ha posizionato chiodi triangolari per pneumatici.. Il sentiero è transitato anche (e soprattutto) a piedi: solo nella giornata di ieri due persone, a pochi metri di distanza l’una dall’altra, se lo sono conficcato nella suola delle scarpe arrivando a ferirsi la pianta del piede… ».L’interrogativo, al di là delle possibili gravi conseguenze per le persone, è: chi ha sparso i chiodi a tre punte e perché lo ha fatto. «Probabilmente bici e moto non sono gradite a qualcuno, ma solo il più stupido dei brentegani può arrivare a compiere un gesto simile!» è la conclusione del post sui social. Un’idea qualcuno in paese se l’è fatta ipotizzando che a qualche proprietario di un pezzo di sentiero non sia gradito il passaggio di bici e moto. Ma la reazione non è quella di mettere in pericolo chi si trova a percorrere la vecchia mulattiera.«Al di là del gesto grave e ovviamente da condannare, mi piacerebbe che passasse un messaggio: la montagna è di tutti e tale deve rimanere. Purtroppo – aggiunge l’autrice del post – si assiste al ritorno di un ego e ad una mancanza di condivisione come era nel passato che limitano fortemente l’accessibilità. Non siamo ai livelli dei tornelli visti in Alto Adige, ma resta il concetto di fondo: la montagna, nel rispetto di tutti, deve rimanere accessibile davvero a tutti…»
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Originale su L’Adige