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Città rovente, scatta l’allarme per le isole di calore causate dalla cementificazione – Trento


TRENTO. Anche a Trento è problema “isole di calore”. Il fenomeno termico, tipico delle aree urbane, è caratterizzato da zone con picchi di temperature elevata rispetto alle cinture rurali circostanti, in particolar mondo durante i mesi estivi e durante la notte.

Tra le motivazioni, tutte legate alla metropolizzazione della città, la presenza massiccia di superfici con basso albedo (ossia la capacità di riflettere la luce solare, come parcheggi, edifici o strade asfaltate), il rapporto altezza-larghezza e densità degli edifici che ostacolano velocità e circolazione dell’aria riducendo la vista cielo delle strade e altri fattori tra i quali il traffico e il calore derivante da varie attività antropogeniche (come aria condizionata o riscaldamento).

Tutto questo concorre a creare in diverse aree cClima / omunale dei veri e propri “canyon urbani” di calore, che derivati da un accumulo durante il giorno, rilasciano gran parte della propria energia termica durante la notte, riscaldando l’aria e contribuendo all’aumento delle temperature.

Calore difficile da sopportare per tutti ma in particolare per anziani e persone fragili: «Le conseguenze – ha ribadito Francesca Alba, ingegnere ambientale del Comune – sono un incremento dei decessi e di malattie croniche e ricoveri per cause respiratore e cardiovascolari, oltre che ad un incremento del consumo energetico e delle emissioni inquinanti». Anche a Trento per l’appunto il fenomeno si fa sentire con variazioni di grado notevoli.

Secondo uno studio dell’Università di Trento firmato da Lorenzo Giovannini, Dino Zardi e Massimilano De Franceschi, si riscontrano delle differenze di temperature nel fondovalle tra aree urbane e rurali che oscillano in media tra 0,6 e 1.1 gradi, e tra fondovalle e collina, che va in media da 0.7 gradi in meno alle Laste e 1.5 gradi in meno a Cognola.

Considerate le temperature notturne del 23 agosto 2023, giornata soggetto di un’intensa ondata di calore, si ha una differenza di 2.4 gradi tra area urbana e rurale, 2.3 gradi tra fondovalle e Laste e 2.9 gradi tra fondovalle e Cognola.

Mentre per le temperature diurne dello stesso giorni si ha una differenza di 2.4 gradi tra area urbana e rurale, 1.9 tra fondovalle e le Laste e 2.5 gradi tra fondovalle e Cognola.

Dati più recenti si ricavano anche dall’ambito del progetto City Climate, sempre dell’Università, che registra a luglio una differenza di ben 1.5 gradi nel pomeriggio e nella notte tra il parco di Melta e viale Brennero o di 1 grado tra il parcheggio di san Severino e il parco delle Albere.

Proprio per ovviare a questo problema, nell’ambito dello sviluppo del piano del verde e del progetto europeo Selina, l’amministrazione ha individuato 110 aree, suddivise tra parcheggi, piazze e strade in cui intervenire attraverso nuove piantumazioni, l’introduzione di pavimentazioni permeabili e ad alto albedo, pergole ombreggianti e i cosiddetti “giardini della pioggia” capaci di trattenere l’acqua piovana rilasciandola gradualmente nel sistema fognario e particolarmente utili nei casi sempre più frequenti di bombe d’acqua.

Il servizio gestione strade e parchi inizierà intanto ad agire su tre di queste aree (che verranno rese note prossimamente) con interventi mirati e localizzati.



Originale su L’Adige

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