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Confapi Taranto, su futuro Ilva si gioca partita internazionale – Attualità


(ANSA) – TARANTO, 15 SET – “Sul futuro dell’ex Ilva si gioca una partita di rilievo internazionale. Sono diversi i gruppi che in queste settimane stanno vagliando la fattibilità di acquisto dell’azienda siderurgica considerato l’approssimarsi della scadenza del 20 settembre data entro cui, secondo quanto previsto dal bando di vendita, presentare le manifestazioni di interesse. Nelle ultime ore è rimbalzata la notizia secondo la quale il più grande gruppo siderurgico giapponese Nippon Steel avrebbe manifestato il proprio interesse a rilevare il gruppo siderurgico”. Lo sottolinea Confapi Taranto, ricordando che “già ad inizio anno quando la crisi dell’ex Ilva era riesplosa con tutta la sua virulenza la nostra confederazione per voce del presidente nazionale Cristian Camisa aveva lanciato la proposta di provare ad aprire ad acciaierie che travalicassero i confini europei. L’attenzione si era rivolta proprio al gruppo nipponico che aveva acquisito US Steel per oltre 14 miliardi di dollari”. Una soluzione che Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) “continua a considerare importante e determinante – si aggiunge – per il futuro del polo siderurgico italiano anche in virtù dell’introduzione del ‘Cbam’, il Regolamento europeo sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere per impedire che le merci importate da Paesi extra europei godano di indebito vantaggio competitivo. In questa fase storica queste aziende avrebbero interesse a creare un polo siderurgico in Italia e dunque in Europa per bypassare questa tassazione che, secondo una stima del nostro centro studi avrebbe un’incidenza percentuale attorno al 12% sulla materia prima”. Per Confapi “l’obiettivo da traguardare resta immutato: creare un polo dell’acciaio europeo tecnologico ed ecocompatibile che dia una spinta importante alla competitività del sistema Paese salvaguardando il futuro delle migliaia di lavoratori diretti e delle aziende dell’indotto”. (ANSA).



Originale su L’Adige

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