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Felicetti, pasta che sa di sostenibilità: il 37 per cento della produzione è biologico – Fiemme – Fassa


CAVALESE. Sostenibilità: lasciare qualcosa di buono a chi verrà, nel rispetto dell’ambiente e della società in cui si vive. «Quello che l’azienda ha sempre fatto, ma che dall’anno scorso abbiamo voluto mettere nero su bianco, per condividerlo con l’esterno» ha detto l’amministratore delegato del Pastificio Felicetti,Riccardo, in occasione della presentazione dei risultati del bilancio di sostenibilità dell’azienda che alla sede di Predazzo ha aggiunto, da qualche anno, anche il nuovo stabilimento di Molina.Il report, che prende in esame l’esercizio 2023, è stato presentato nel Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, alla presenza dei cosidedtti stakeholder (istituzioni, clienti, fornitori, soci, associazioni).Un’occasione anche per condividere una riflessione più ampia sulle responsabilità a cui sono chiamate le imprese che operano nelle “terre alte”, a cui ha contribuito il discorso del professor Aldo Bonomi, sociologo.Biologico e materie prime.I numeri resi noti spiegano come mai Felicetti continui a mantenere la propria posizione tra le 100 aziende italiane più sostenibili selezionate da Forbes. Da quasi trent’anni il biologico rappresenta uno dei metodi di lavoro privilegiati dall’azienda, tanto che oggi il Pastificio è riconosciuto come uno dei maggiori produttori italiani di pasta secca biologica.Nel 2023 le paste biologiche hanno pesato per il 37% della produzione complessiva, andando a comporre la voce principale dei ricavi. Inoltre, tutta la semola di grano duro impiegata per i prodotti a marchio è sempre di origine italiana (ad eccezione delle linee Khorasan Kamut, di provenienza canadese). Confermato anche l’impegno nella ricerca e selezione delle varietà di semola meno convenzionali e di altissima qualità.Pacchi in carta.L’anno scorso il 22% del totale della produzione è stato impacchettato nella confezione in carta riciclabile. Una scelta, secondo l’azienda, che ha consentito di risparmiare 56 tonnellate di CO2 immesse nell’ambiente.Il Pastificio Felicetti vuole però fare ancora meglio, tanto che l’obiettivo è quello di superare il 30% dei pack in carta entro il 2027. Nel frattempo, continuano gli investimenti del Pastificio per il passaggio dalle bobine in plastica a quelle in carta, che hanno portato a una riduzione dell’11% degli imballi in polietilene e polipropilene e a un aumento del 6% di quelli in cartone.Energia rinnovabile.Negli stabilimenti di Predazzo e Molina sono stati installati impianti fotovoltaici e di cogenerazione che hanno permesso di diminuire del 38% la quota di energia acquistata dalla rete, riducendo del 5,6% le emissioni di gas serra.Tutti i rifiuti prodotti dall’azienda nel 2023 (ridotti complessivamente del 28% grazie alla gestione degli scarti generati dai processi industriali) sono stati avviati al recupero, senza alcun ricorso allo smaltimento in discarica.Segue una logica di circolarità anche l’accordo siglato per la cessione a titolo gratuito dei residui dell’impasto al biodigestore di Predazzo per la produzione di biogas (destinato alla centrale di teleriscaldamento) e di biodigestato (per la concimazione dei campi).



Originale su L’Adige

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