TRENTO. Hanno portato le torce, giacche calde, guanti e cappelli di lana e di notte, con temperature già sotto lo zero, hanno cinto in un abbraccio l’abete destinato al Papa per abbellire Piazza San Pietro a Natale.
I cittadini della Val di Ledro, 5.000 anime che vivono a una ventina di minuti da Riva del Garda, non ci stanno. Vogliono salvare dal taglio l’albero bicentenario: “E’ un’usanza che va superata per il bene dell’ambiente. Per questo rivolgiamo un appello accorato a Sua Santità affinché risparmi il nostro Gigante Verde”.
Su chiange.org è stata fatta una petizione contro l’abbattimento che ha già raccolto più di 50mila sottoscrizioni e la notizia del possibile ‘abetificio’ ha fatto il giro del mondo. “Chiediamo a Sua Santità di scongiurare questo taglio e di venire da noi in Valle a visitare la bellezza di questo luoghi”, dice Lorenzo.
Da Ledro arriva anche una suggestione per il Vaticano: “Perchè non pensare di realizzare un albero artistico permanente con legna derivante dagli alberi caduti a causa degli eventi climatici, come è stato fatto a Molveno? Un eventuale messaggio in tal senso dal pontefice sarebbe davvero un segnale di cambiamento. Le sue parole sono ascoltate in tutto il mondo”.
Ieri, 15 novembre, la fiaccolata intorno all’abete: “Eravamo noi, la luna e il freddo – raccontano i cittadini – Il nostro è stato un cerchio a mo’ di protezione simbolica dell’albero. Ribadiamo ancora una volta l’assurdità della violenza gratuita su un essere vivente ignaro e indifeso per qualche ridicolo selfie in una festa che vorrebbe ricordare e celebrare una nascita con un’agonia”. Nella Valle i residenti spiegano che i problemi del luogo in cui vivono sono tanti e che “destinare 60mila euro all’abbattimento dell’albero significa sperperare risorse preziose che dovrebbero essere destinate ai servizi importanti: qui mancano i medici di base, le analisi del sangue, e nemmeno tutte, si possono eseguire solo due giorni alla settimana”, spiega Carla. “I trasporti sono praticamente inesistenti – aggunge Gloria – Ci sono pochissime corse e quasi tutte concentrate sugli orari per gli studenti. La galleria che porta a Riva del Garda è crollata, fortunatamente non ci sono state vittime, ma la sensazione, quando piove molto, è di fare la fine dei topi. Le infiltrazioni di acqua passano anche sotto il manto stradale che ormai è tutto una gobba”. Non solo, fa eco Giovanni, “da febbraio ad oggi non è stato ancora ripristinato il percorso ciclopedonale e quindi tutti i turisti che fanno il giro del Lago devono passare sulla statale con i pericoli che ne conseguono”.
Marco, studente universitario, lamenta che “la biblioteca è aperta solo 23 ore alla settimana” mentre Alessia sottolinea che “portare un albero di Natale, simbolo di pace, con un elicottero, un mezzo dell’esercito è un ossimoro che merita di essere sottolineato”.