I l mondo del teatro sta subendo l’emergenza sanitaria. Dopo l’appello dell’altro giorno di «Spazio 14» anche altre tre strutture trentine, Estro, Emit Flesti e Portland si fanno sentire, spiegando come il Covid-19 abbia impattato sulla vita di tutti.
«Fino a quando non ci sarà un vaccino, gli assembramenti di persone saranno un problema e non è un caso se nelle griglie della ripartenza i teatri sono gli ultimi. Si ipotizza il 31 dicembre 2020 per la loro riapertura. Un fermo obbligato – scrivono a nome dei tre teatri, Andrea Brunello, Mirko Corradini e Alessio Dalla Costa – di quasi un anno durante il quale queste realtà dovranno coprire costi di struttura per lo più legati all’affitto, al mantenimento della sede e alla remunerazione del personale. A differenza delle scuole di musica, che possono contare su finanziamenti programmatici da parte dell’ente provinciale, queste associazioni non ricevono sostegno economico per l’attività ordinaria di formazione. Se a questa situazione esse possono far fronte in situazioni normali, la chiusura obbligata a metà del percorso didattico le ha decisamente messe all’angolo». E così anche loro si uniscono alla richiesta che l’ente pubblico si attivi concretamente e in tempi stretti per facilitare il traghettamento verso tempi migliori.
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