PELLIZZANO. La torta per la festa del patrono e il rinfresco per il saluto al vecchio ed al nuovo parroco non sono state uscite “illecite”, ma atti di cortesia in occasione di eventi particolari: il Comune di Pellizzano ha dunque fatto bene a classificare la spese come “rappresentanza”. La Corte dei conti, Sezione terza giurisdizionale centrale d’appello, ha ribaltato il giudizio di primo grado e accolto il ricorso della giunta comunale che nel 2017 (sindaco di allora Dennis Cova) aveva organizzato e pagato i festeggiamenti.Lo stesso procuratore generale nelle conclusioni ha evidenziato che agli atti «non vi sarebbe una evidenza documentale della dannosità dei “contributi” elargiti dall’amministrazione comunale» e che l’occasione dell’avvicendamento dei due parroci ha «una sua innegabile pregnanza istituzionale in senso ampio». Il problema, invece, è l’assenza di una chiara giurisprudenza in merito alle spese di rappresentanza. In Trentino abbiamo avuto sentenze differenti.C’è stato il sindaco di un piccolo Comune di valle condannato in primo grado dalla Corte dei conti per aver pagato il rinfresco per lo scambio di auguri con i dipendenti e consiglieri comunali (spesa di 390 euro). Ma, sempre in primo grado, era stata assolta la ex giunta di Giustino per la festa organizzata nel 2016 per il benvenuto dell’arcivescovo (nonché compaesano) Lauro Tisi: i 6mila euro conteggiati come spese di rappresentanza non erano dunque serviti per una festa popolare, come era stato contestato, bensì utilizzati per una «celebrazione».La festa per il parroco è invece costata cara alla ex giunta di Ossana (guida all’epoca da Luciano Dell’Eva), che nell’estate 2023 era stata condannata in appello per la festa d’addio al parroco. L’episodio contestato, per il quale c’era stata una assoluzione in primo grado, risale al 2017, quando l’amministrazione organizzò un momento conviviale con regalo al sacerdote, per una spesa di poco più di 850 euro.Tornando al caso di Pellizzano, è stata “cancellata” l’accusa di danno erariale per l’uscita dalla casse comunali di 990 euro per la torta per la festa del patrono e di 4.200 euro per i rinfreschi per il saluto ai parroci.Ricordano i giudici del Collegio di appello che «le spese di rappresentanza devono assolvere ad una funzione rappresentativa dell’Ente» per accrescerne il prestigio nel contesto sociale in cui si colloca, pur sempre seguendo il principio della sobrietà. La valutazione non può prescindere dalla situazione concreta («la “peculiarità” della vicenda di causa potrebbe essere tale da escluderne la “comunanza” con altre»). Riguardo a Pellizzano, si è trattato di spese di rappresentanza previste dalle norme per atti di cortesia per occasioni particolari.