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La stagione invernale si avvicina, 3.000 maestri di sci pronti, ma “manca forza lavoro giovane” – Montagna


TRENTO. “Siamo pronti per una nuova stagione invernale che speriamo ricca di soddisfazioni come quella passata, grazie alla professionalità e alla passione che ci hanno permesso di svolgere il nostro lavoro al meglio. Guardiamo avanti, all’evoluzione del ruolo dei Maestri di Sci e delle Scuole che operano sul territorio trentino, con un incessante il lavoro di aggiornamento dei nostri professionisti il cui numero sfiora ormai le 3.000 unità e un alta incidenza femminile”. Ha esordito così Mario Panizza, Presidente del Collegio del Trentino, nell’aprire alla sala Convegni della Cantina di Lavis il tradizionale appuntamento prestagionale con gli associati.Punto nodale il grande lavoro di aggiornamento degli ultimi mesi: in primavera il Collegio ha organizzato due turni di aggiornamento per lo sci alpino, a Pampeago e a Campiglio, un turno per lo snowboard a Campiglio e un turno a Passo Lavazè per il fondo. In totale sono stati aggiornati 300 maestri. I nuovi maestri per la prossima stagione sono 75 di sci alpino, 12 di snowboard e 11 di fondo.Il corso 2024/25 sarà organizzato sulla falsariga del corso precedente e, a dicembre, previo superamento dell’esame tecnico-didattico di allievo, gli aspiranti maestri potranno esercitare come allievi maestri. In totale gli allievi maestri, aggiungendo gli aspiranti provenienti dal Liceo di Tione, saranno 21 di fondo, 7 di snowboard e 60 di sci alpino.Nota positiva si è riscontrato un livello molto alto non solo a livello tecnico, ma anche per quanto riguarda altre abilità necessarie nel curriculum di un futuro maestro. Ciò grazie alla collaborazione con i docenti esterni con lezioni mirate all’approccio e la comunicazione con il cliente, la lingua inglese, il marketing territoriale, sia nel corso culturale che nei corsi tecnico-didattici con incontri mirati sul territorio con i vari direttori delle stazioni turistiche.
Non mancano le criticità. Panizza le ha indicate nella carenza di maestri registrata lo scorso inverno specialmente in periodi di alta stagione; più in generale la mancanza di forza lavoro giovane a causa della attrattività della professione di maestro di sci dovuto alla stagionalità della professione e al numero sempre maggiore di maestri di sci universitari e laureati; della fiscalità e della concorrenza economica delle scuole di Francia e Svizzera.



Originale su L’Adige

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