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La temperatura a Trento negli ultimi 3 anni ha battuto tutte quelle misurate in un secolo – Cronaca


TRENTO. Il 2024 è agli sgoccioli ma grazie ai dati di Meteotrentino e dei tanti appassionati meteofili sul territorio si può già fare un bilancio di quel che è avvenuto quest’anno sui nostri cieli. E non mancano, come vedremo, tante curiosità. Partiamo subito dai dati “macro”: gli ultimi dodici mesi sono stati nel complesso caldi e molto piovosi.Il Trentino non sfugge infatti dal trend di riscaldamento globale. I termometri mettono il 2024 in Provincia al terzo posto fra gli anni più caldi dell’ultimo secolo dietro, nell’ordine, al 2022 e al 2023. La notizia quindi è che gli ultimi tre anni sono stati i più caldi mai misurati a Trento, in molti casi su serie storiche ultrasecolari. All’osservatorio di Trento Laste (attivo dal 1921) il 2024 chiude con una temperatura media annua di +14, 46°; il primato resta appunto del 2022 (+14, 64°) seguito dal 2023 (+14, 62°).Impressionante la differenza dal recente trentennio di riferimento 1981-2010, la cui media era di 12. 6°: lo scarto del 2024 è di +1, 86° e questo fa capire come “la marea” del riscaldamento globale sia ormai consolidata.Ricordate le nevicate eccezionali della primavera e l’inizio dell’estate spesso nuvolosa? Niente da fare, i ghiacciai trentini sono risultati in regressione pure quest’anno, dopo un agosto con lo zero termico fisso sopra i 3800 metri. “Scaldate” a parte, tanti ricorderanno l’anno per la pioggia abbondante fino a ottobre, quando il totale era il più alto mai misurato. Novembre e dicembre piuttosto secchi, però, hanno “frenato” la cumulata e così il 2024 non è più al primo posto, battuto quasi ovunque dal 2014. A Trento Laste sono caduti 1. 478, 0 mm, nel 2014 furono 1. 627, 6.Bilancio simile nel resto del Trentino: il 2024 si avvicina ad essere l’anno più piovoso di sempre in Valsugana (dal meteofilo Lorenzo Erler, a Olle vicino Borgo, il 2024 batte il 2014 per un’ottantina di millimetri, ma non è così nella stazione di Telve di Meteotrentino).Nel bacino del Noce (Cles e Malè) piovve di più nel 2008. A Lavis, da Alberto Longhi, il 2024 sopravanza il 2014 di pochi millimetri.Veniamo ora, invece, ai fatti meteo “notevoli” dell’annata: molti ricordano la triste immagine delle colate a Vigolo Vattaro e a Mattarello del 28 luglio. La causa fu un temporale serale arrivato non a caso, visto il record, poche ore prima, della temperatura di rugiada, che non è altro che una misura indiretta della quantità di umidità nell’aria. Già, perché quel che i meteofili stanno osservando (a proposito, esiste un forum dell’associazione Mtaa dove il tempo viene sviscerato ogni giorno al link meteotrentinoaltoadige.it/forum è che in un pianeta più caldo cresce l’evaporazione dai mari, e nell’aria aumenta il contenuto di umidità (oltre all’afa estiva).Non si contano i picchi anomali della temperatura di rugiada (nota anche come dew point). Ce lo spiega Flavio Toni da Trento Sud: «Rilevo questo tipo di dato da fine anni’70 e il 2024 ha polverizzato il record di media annuale, siglando primati mensili a febbraio, ad aprile, a luglio e ad agosto con il picco massimo mai registrato, +26, 7° sia il 28 luglio che l’11 agosto (valore corrispondente a “afa opprimente” secondo le tabelle di disagio climatico, ndr)».Magari non sempre una persona comune si accorge se fa più caldo che in passato (e ci può stare) ma i termometri testimoniano la scomparsa del nostro vecchio clima. Le gelate? Sempre Toni: “Sono state 50, la media degli ultimi dieci anni era di 63, dal 1977 ad oggi di 87”.Di converso, “esplodono” le notti tropicali, nelle quali cioè la temperatura resta sopra i 20 gradi e dormire diventa spesso un problema: «A Trento Sud ne ho misurate 23, la media degli ultimi dieci anni era di 15, dal 1981 ad oggi appena di 10». Il 9 e 10 febbraio, e il 1° settembre, si sono stabiliti nuovi record mensili di temperatura minima. E quando piove, piove più forte: il 2024 ha visto il primato di giornate con più di 20 millimetri di pioggia; la grandine ha esordito già il 1° aprile a Gardolo e a Levico.La neve? Ormai merce rara: solo 2,5 cm a Trento (il 17 gennaio e il 21 novembre, quest’ultima la nevicatina più precoce del nuovo secolo, ma solo quinta dal 1977). Ci sono stati poi tanti episodi di caligine sahariana, a testimonianza di quanto forti siano stati gli impulsi di aria tropicale (eventi notevoli il 29 febbraio, il 30 e 31 marzo, l’8, il 9 e 28 aprile, il 1° maggio e più volte a giugno). Infine, nel 2024 i trentini hanno potuto ammirare persino due aurore boreali (o fenomeni a essa connessi, come il Sar) che hanno colorato le serate del 10 maggio e dell’11 ottobre nell’anno di massimo del ciclo solare undecennale. In questo caso, però, nulla di mai visto: le testimonianze storiche di aurore visibili dal territorio provinciale infatti non mancano.



Originale su L’Adige

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