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Lavoratori in nero, l’agenzia abusiva  forniva personale anche a San Martino di Castrozza – Valsugana – Primiero


PRIMIERO. Salgono a 444 i lavoratori irregolari che la Guardia di Finanza di Rimini ha scoperto essere impiegati attraverso un’agenzia per il lavoro abusiva con sede legale a Potenza e sede operativa a Bellaria Igea Marina, e che forniva personale irregolare anche ad attività ricettive di San Martino di Castrozza.
La stessa società già negli anni dal 2019 al 2021, era già stata indagata dalla Gdf di Rimini nell’operazione denominata Free Job 1 che oggi prosegue con Free Job 2. Dietro un’apparente regolarità formale, è emerso un sistema di distacco di manodopera che ha quindi coinvolto 444 lavoratori irregolari, di cui 40 completamente in “nero”.
È stato accertato che la manodopera, sebbene regolarmente assunta dalle due società interinali, veniva fornita ad altre quattro imprese operanti nel settore turistico-alberghiero, senza la stipula di contratti di appalto, svolgendo, di fatto, le attività di un’agenzia ma abusivamente.
Complessivamente, ai trasgressori, sono state comminate sanzioni amministrative che possono arrivare ad un massimo di oltre 292 mila euro. Il sistema abusivo scoperto ha inoltre rivelato l’illecita somministrazione da parte della società capitolina di ulteriori 2.786 lavoratori impiegati presso 5 imprese con sede a Roma e Milano, che è stata oggetto di segnalazione ai Reparti del Corpo competenti per territorio.
Nel corso della stessa operazione sono stati svolti anche approfondimenti di natura fiscale nei confronti di 2 società di Bellaria (Rimini), di cui una somministratrice di manodopera e l’altra gerente tre strutture ricettive, risultate entrambe “evasore totale” ovvero sconosciute al fisco. Al riguardo l’attività ispettiva intrapresa ha consentito di constatare elementi positivi di reddito non dichiarati per circa 600 mila euro, ritenute non versate per oltre 200 mila euro, violazioni all’Iva per oltre 100 mila euro ed una base imponibile Irap sottratta a tassazione per circa 600 mila euro.



Originale su L’Adige

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