TRENTO – Maria Bosin ha deciso di sfidare Simone Marchiori per la segreteria provinciale del Patt al congresso del 2 febbraio. La consigliera provinciale, insieme agli altri due eletti Mario Tonina e Walter Kaswalder, aveva chiesto un passo indietro a Marchiori, visto che ora lui riveste anche il ruolo di assessore provinciale esterno, nominato dal presidente Fugatti.
Nella sua tesi congressuale Bosin riafferma infatti di ritenere «essenziale che il futuro segretario possa esercitare piena autonomia politica, svincolato da incarichi che ne possano condizionare la libertà di azione e le scelte strategiche, per guidare il Patt in modo pienamente autonomo e autorevole».
Ieri a mezzogiorno scadeva il termine per la presentazione delle candidature e al partito ed è stata depositata quella già annunciata del segretario uscente Simone Marchiori, affiancato come candidati alla vicesegreteria da Mariuccia Cemin (ex Progetto Trentino) e Leopoldo Fogarotto, vicesindaco di Grigno, entrambi candidati non eletti alle ultime elezioni provinciali.
A sorpresa è arrivata però anche la candidatura della consigliera provinciale ed ex sindaca di Predazzo, Maria Bosin, insieme a Mauro Fiamozzi, direttore di Coldiretti ed ex sindaco di Mezzocorona, che alle ultime elezioni provinciali prese più voti del segretario Marchiori pur non risultando eletto; e dal presidente del Movimento giovanile del Patt, Mattia Lusente, che nei giorni scorsi aveva scritto al segretario e al presidente Panizza sollecitando una soluzione unitaria, senza però ottenere alcuna risposta. Fiamozzi e Lusente sono candidati a vicesegretari.
Bosin spiega la sua decisione di partecipare al congresso come candidata alla segreteria, sostenuta da Fiamozzi e dal presidente dei giovani: «Ho deciso all’ultimo di fronte a questa mancanza di apertura rispetto alla ripetuta richiesta di trovare una condivisione su una tesi unitaria, che avevamo rivolto al segretario fin da questa estate».
«Io – aggiunge Bosin – vorrei provare a creare un ponte tra il partito e ciò che ancora non ha funzionato nel percorso di unificazione, cercando di lavorare dall’interno avendo un confronto nel percorso congressuale. So bene che i numeri non li abbiamo, però in questo momento è importante andare nei territori a sentire le esigenze e l’idea di partito che emerge nelle assemblee. Io ho scelto il Patt quando ho deciso di candidarmi alle elezioni provinciali perché questo partito è il più vicino al mio modo di essere e ora lo devo alle persone che mi hanno dato fiducia e che poi si sono anche tesserate in val di Fiemme».
«Mario Tonina e Walter Kaswalder – precisa la candidata – hanno posizioni diverse, capisco il loro rammarico per un percorso di unificazione che non è andato come da accordi. Auspico che dopo il congresso si possa cambiare approccio».
Bosin esprime soddisfazione per la presenza di Fiamozzi al suo fianco e dei giovani che «hanno vissuto anche loro le frustrazioni per il modo di confrontarsi che c’è nel partito e le promesse mancate di apertura a un progetto diverso».Il presidente del partito uscente Franco Panizza sulla candidatura di Bosin dice: «È positivo che voglia mettersi in gioco animando il confronto, pur su una linea politica che non si discosta da quella della segreteria uscente. Le candidature unitarie sono positive, ma rischiano di addormentare i congressi. Ben venga il dibattito politico».
Panizza, che non si ricandida alla presidenza, ruolo per il quale potrebbe decidere di correre Roberta Bergamo, si mostra sereno. D’altra parte lui e Marchiori conoscono alla perfezione il partito e sanno che Bosin non ha praticamente alcuna speranza di ribaltare il pronostico e strappare la segreteria al segretario-assessore. E questo a maggior ragione visto che – almeno fino ad ora – sia Kaswalder che Tonina si sono chiamati fuori rispetto a questo percorso congressuale.