TRENTO. Avventurarsi in montagna, anche a quote sopra i 2.500 metri, senza preparazione e attrezzatura adeguate sembra non essere più un’eccezione. Lo testimoniano, oltre ai recenti casi di escursionisti imprudenti salvati in extremis, anche i dati degli interventi del Soccorso alpino che dal 2019 al 2023 sono passati da 1.148 a 1.549 all’anno, con un incremento del 35%.Una situazione che spinge il presidente Walter Cainelli a lanciare un appello: «In montagna servono preparazione fisica, materiali giusti e sapere valutare il meteo». Secondo i rifugisti mancano consapevolezza e formazione, «colpa dell’afflusso in massa e dei social».Tutto sull’Adige in edicola