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Rapina un minorenne, poche ore dopo viene arrestato dai carabinieri di Riva del Garda – Riva – Arco


RIVA DEL GARDA. Nella tarda serata di lunedì 29 luglio 2024, i Carabinieri della Compagnia di Riva del Garda e delle Stazioni di Dro e Toscolano Maderno, al termine di una veloce attività di indagine, hanno sottoposto ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, un ventottenne tunisino senza fissa dimora, già gravato da precedenti di polizia per delitti contro il patrimonio, perché ritenuto responsabile del reato di concorso in rapina aggravata nei confronti di un ragazzo appena 14 enne residente in un comune bresciano. 
Tutto ha avuto inizio nella mattinata del 29 luglio, quando il minorenne, al termine di un’attività agonistica, stava rientrando presso la propria abitazione. Giunto presso la stazione degli autobus, recependo anche le raccomandazioni dei propri genitori che in più circostanze lo avevano invitato a diffidare degli sconosciuti che incontrava per strada, l’attenzione del ragazzino era stata attirata da due giovani che stavano dormendo nei pressi di una pensilina limitrofe.Preoccupato da tale presenza, il minore decideva di scattare una foto con il suo cellulare ai due ragazzi, inviandola poi alla madre. Ebbene, mai intuizione fu più propizia in quanto, qualche minuto dopo, i due ragazzi si svegliavano e, notato il minore da solo, decidevano di avvicinarglisi. Mentre l’arrestato bloccava la vittima, impedendogli ogni via di fuga, il suo complice si alzava la maglietta e faceva vedere al minore un manico di coltello che sporgeva dalla sua cintura, intimandogli di non gridare e di consegnargli i propri occhiali per un valore di più di 250 euro.Per impedire che il minore potesse urlare e chiamare aiuto, i due malviventi decidevano di salire sullo stesso autobus del ragazzino, sedendosi vicino a lui. Arrivato alla fermata più vicina alla propria abitazione, il minore riusciva a scendere dal mezzo e chiamare la madre, mentre i due malviventi proseguivano sul pullman in direzione di Riva del Garda.A quel punto, il rapidissimo intervento dei militari della locale Stazione Carabinieri consentiva di attivare subito le ricerche dei due malviventi, con il coinvolgimento della Centrale Operativa dei Carabinieri di Riva del Garda che inviava due pattuglie in turno (quella della Stazione di Dro e quella del NOR – Aliquota Radiomobile della Compagnia di Riva del Garda) presso la stazione degli autobus di viale Trento. Peraltro, fin dall’inizio delle ricerche, i militari ricevevano la fotografia scattata dal minorenne prima dell’aggressione che risultava quindi decisiva per l’identificazione di uno dei malviventi. Infatti, pochi minuti dopo aver ricevuto la richiesta di intervento, i militari della Stazione di Dro notavano nei pressi di un agglomerato di turisti un soggetto che era vestito nello stesso modo con cui era vestito uno dei due aggressori, riuscendo a bloccarlo prima che potesse darsi alla fuga e a chiamare in ausilio anche l’altra pattuglia del NOR – Aliquota Radiomobile che conduceva il ragazzo presso la Caserma di Riva del Garda.Dopo essere stato riconosciuto dalla vittima, sussistendo nei confronti del fermato gravi indizi di colpevolezza in merito al reato di rapina aggravata ed essendo presente il concreto pericolo di fuga visto che egli non aveva né fissa dimora, né svolgeva alcuna professione lavorativa, lo straniero veniva sottoposto ad un fermo di indiziato di delitto e condotto presso il carcere di Trento a disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Rovereto.Successivamente, nella giornata del 2 agosto 2024, il provvedimento di fermo veniva convalidato dal GIP del Tribunale di Rovereto che disponeva nei confronti dell’indagato la misura della custodia cautelare in carcere.E’ doveroso evidenziare che il fascicolo è stato già trasmesso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, competente per territorio e che, in quella sede, sarà instaurato un processo finalizzato a stabilire l’eventuale responsabilità dell’indagato, non potendo questo essere considerato colpevole fino alla pronuncia di una sentenza penale passata in giudicato.
Sono tutt’ora in corso le indagini finalizzate all’identificazione e all’individuazione del complice e al recupero della refurtiva.



Originale su L’Adige

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