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TRENTO. L’assestamento di bilancio della Provincia di Trento rappresenta un’altra occasione mancata per affrontare la crisi strutturale della professione infermieristica. È questa la dura critica mossa dai segretari generali provinciali Uil, Andrea Bassetti per gli Enti Locali e Giuseppe Varagone per la Sanità, che accusano la politica locale di non aver saputo cogliere le opportunità offerte dal confronto costruttivo.
Al centro della polemica sindacale vi sono le mancate risposte alle richieste di valorizzazione delle future figure sanitarie, considerate essenziali per garantire l’operatività nei settori critici di Apss, Apsp, Rsa e strutture private trentine. “L’assessore Tonina sembra non aver recepito i nostri continui richiami”, sottolineano i rappresentanti Uil, esprimendo delusione per l’approccio della Giunta provinciale.
Tra le proposte bocciate, quella che prevedeva la gratuità delle spese universitarie per gli iscritti alla facoltà di Scienze Infermieristiche e, ancor più significativo, la retribuzione durante il tirocinio formativo del triennio. Misure che i sindacati definivano “incentivanti e condivisibili da qualsiasi frangia politica”, ma che non hanno trovato spazio nell’agenda politica provinciale.
La Uil denuncia come la carenza di interesse delle giovani generazioni verso il settore sanitario stia raggiungendo livelli preoccupanti anche in Trentino, territorio tradizionalmente considerato virtuoso. Lo stress lavoro-correlato tra gli operatori ha superato ormai “la soglia della normale preoccupazione”, mentre episodi di aggressioni nei pronto soccorso sono diventati quotidiani.
L’organizzazione del lavoro attuale non garantisce il necessario recupero psico-fisico degli operatori, rendendo “insostenibili le condizioni lavorative di chi opera oggi nelle Rsa e nelle strutture ospedaliere”. Una situazione che allontana inevitabilmente i giovani dalla professione, in assenza di garanzie e incentivi strutturali.
Il confronto con i territori limitrofi non è lusinghiero per il Trentino. “La Provincia di Bolzano ha operato scelte coraggiose e lungimiranti”, evidenziano Bassetti e Varagone, sottolineando come quello che un tempo era un territorio d’esempio stia perdendo competitività nell’attrarre future professionalità sanitarie.
La preoccupazione maggiore riguarda l’anno accademico 2025/26, per il quale i sindacati temono un ulteriore calo delle iscrizioni ai corsi universitari per infermieri. “Non vorremmo trovarci con aule sempre più vuote mentre le strutture sanitarie, fra pochissimi anni, non avranno abbastanza personale per coprire i bisogni del tessuto sociale più debole”, avvertono i rappresentanti Uil.
La denuncia si conclude con un appello alla responsabilità politica: creare un polo universitario di medicina senza garantire l’attrattività delle professioni sanitarie rischia di trasformarsi in un investimento inutile, con conseguenze drammatiche per l’assistenza ai cittadini più fragili.
“Una situazione molto grave che il nostro Trentino non merita”, concludono Bassetti e Varagone, auspicando un cambio di rotta nelle prossime decisioni politiche per evitare un collasso del sistema sanitario territoriale.
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Originale su L’Adige