ARCO. Niente più finanziamenti per la sua specializzazione a causa di un “requisito mancante”, a detta della Provincia autonoma di Trento, ossia la residenza da almeno due anni sul territorio. Questa la situazione in cui si è ritrovata una dottoressa, specializzanda sotto l’Università di Verona con un posto alla scuola di specializzazione in Reumatologia con sede a Trento, a cui la Provincia ha tolto lo “stipendio”. Provvedimento che lei ha subito impugnato. Sulla vicenda quindi si è espresso il Tribunale regionale di giustizia amministrativa del capoluogo, presieduto da Alessandra Farina, che ora ha ripristinato a tutti gli effetti la posizione della ricorrente – residente ad Arco – nello status di medico in formazione specialistica.Ma andiamo con ordine. La dottoressa, iscritta all’albo dei medici dell’Ordine di Trento, aveva ottenuto un posto in Reumatologia. Nella domanda il requisito della residenza biennale nella provincia doveva presentare una data antecedente all’1 giugno 2021, essendo la scadenza del bando prevista per l’1 giugno 2023. A febbraio di quest’anno la Provincia però comunica che i fondi le verranno tagliati con tanto di «recupero delle somme già erogate», si legge nel documento del Tar, ritenendo che la specializzanda, secondo la Pat, risulti residente sul territorio soltanto a decorrere da agosto 2021.Ad accertare l’iscrizione anagrafica da gennaio 2021 anche il tribunale civile di Rovereto, il quale ha dichiarato la donna nei termini per la partecipazione al bando. Il Tar ora ha accolto la domanda cautelare proposta con il ricorso, fissando la trattazione del merito.