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Un’altra Buvette di Eva per dare lavoro alle donne maltrattate – Attualità


(ANSA) – NAPOLI, 12 DIC – Donne abusate e vittime di maltrattamenti che vengono aiutate ad uscire dall’inferno delle mura domestiche grazie a un nuovo lavoro: dopo il teatro Mercadante di Napoli, la Buvette di Eva apre anche al San Ferdinando, il teatro voluto da Eduardo, assicurando così, su iniziativa della Cooperativa sociale Eva, l’inserimento lavorativo di altre donne seguite dai cinque centri antiviolenza e accolte nelle tre case rifugio gestite in Campania. L’inaugurazione della caffetteria sarà lunedì prossimo, 18 dicembre, con un evento organizzato in collaborazione con il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale e con la Fondazione Una Nessuna Centomila. L’espansione del progetto è resa possibile grazie all’aiuto della Fondazione Con il Sud. “La partnership con il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale – afferma Daniela Santarpia, presidente della cooperativa Eva – è risultata vincente. Le donne che lavorano alla Buvette di Eva vengono da storie di violenza e l’opportunità di un lavoro stabile arriva al termine di un percorso di ricostruzione di sé presso i centri antiviolenza”. “Sostenere questi centri, i percorsi di autonomia economica delle donne in uscita dalla violenza, attivare il mondo della cultura per contribuire a promuovere la prevenzione della violenza maschile sono la mission della nostra fondazione”, afferma Giulia Minoli, presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila, mentre Lella Palladino, socia fondatrice della cooperativa Eva nel 1999, spiega che “l’inaugurazione della nostra seconda buvette, ci consente di mostrare la possibilità per le donne di uscire dalla violenza anche in contesti territoriali difficili come il nostro”. Per il direttore artistico del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Roberto Andò, l’apertura della buvette anche al San Ferdinando, non solo “restituisce al pubblico uno spazio di ristoro che mancava da anni”, ma rappresenta per il teatro “una proiezione nella società attraverso il lavoro di donne straordinarie che non possono essere lasciate sole”. “Siamo felici di contribuire al reinserimento delle donne colpite da violenza nel mondo del lavoro: un lavoro che le onora e le rende libere. E onora noi”, conclude Luciano Cannito, presidente del Cda del teatro. (ANSA).



Originale su L’Adige

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