CIVEZZANO. Si può avere la sclerosi multipla e comunque porsi l’obiettivo di salire in cima al monte Stivo? Questa l’idea pazza di Walter Angelini, come si apprende fin dalla locandina di invito a partecipare all’incontro programamto per stasera, venerdì 8 novembre, alla saletta comunale della «Casota» a Torchio, a cura dell’associazione culturale El Cormel.Protagonista, Angelini, con la sua vita dapprima vissuta con intensità nella natura a salire e arrampicare monti di mezzo mondo. Quindi, vita d’un tratto profondamente cambiata, dove si è insinuata, subdola, la sclerosi multipla. Infine, per un rinnovato riavvio con volontà ferrea e fiducia anche a considerare, azzardiamo, «cure alternative», per riappropriarsi infine di un nuovo tempo.È, per Walter Angelini, il «Ritorno alla vita» che testimonia anche ponendo in visione «Stiverest», il docufilm realizzato da Mauro Zattera e Donato Riccadonna. In sospeso quell’agognata nuova salita all’amato Stivo, quale sorpresa di serata, da tutti auspicata vincente.Da sempre il monte Stivo rappresenta per Angelini la palestra di gioia e di allenamento per preparare le importanti salite del mondo. Per il forte alpinista nato a Arco, ora sessantaseienne, lo Stivo ha sempre rappresentato «la montagna delle montagne».Quella che custodisce le più profonde e intime sensazioni di un uomo che dal cuore di quella fredda roccia ha saputo trarre i migliori giovamenti. Insomma, pare di capire, una grande amicizia basata su reciproco rispetto e pari considerazione, fra l’uomo Walter e il suo mentore, il monte Stivo.Nel mese di marzo del 2009, per Angelini, i primi sintomi di quella che quattro mesi dopo verrà diagnosticata come sclerosi multipla. In seguito, dopo qualche anno di cure, giusto una decina d’anni fa (era il novembre 2014), il forte alpinista abbraccia una sorta di «rivoluzione», seguendo le terapie messe a punto da un neurologo.Da testimonianze rese dallo stesso Walter Angelini, si apprende che la sua vita riprende fiducia, con volontà di progettare, vivere. Con la speranza che si tramuta in sfida volgendo lo sguardo alle montagne. Come quella preparata lo scorso anno in fronte allo Stivo.